mercoledì 10 dicembre 2014

Ci sono anch’io


Nel MoVimento 5 Stelle si partecipa sempre, specie per la scelta dei prossimi candidati per la Regione Puglia.

Sono stati pubblicati ieri sul blog di Beppe Grillo i requisiti ed io, come tanti iscritti certificati, ne sono in possesso.


Sarà il voto online sul portale a decidere, ma ritengo utile ed opportuno, anche in questo caso, continuare a far la mia parte per essere dentro quella rivoluzione culturale verso una cittadinanza attiva che, giorno dopo giorno, sta rovesciando la piramide del potere, ossia della partecipazione delegata e relegata una volta ogni cinque anni durante le elezioni, ad un attivismo quotidiano, “dal basso”, partendo dai problemi del proprio quartiere, della propria Città e adesso della propria Regione.

Sembra ieri quando nel 2007 partecipavo al primo VDay, nel 2008 al secondo, nel 2009 tra il pubblico ascoltavo Beppe Grillo parlare di acqua pubblica, ambiente, trasporti, sviluppo e connettività alla presentazione della prima lista civica a 5 Stelle a Bari.

Poi è nato il MoVimento 5 Stelle ed ho continuato ad aggiornami leggendo il Blog e partecipando alle battaglie promosse dallo stesso, come l’abolizione del Canone Rai, i referendum sull’acqua, i banchetti No Tav. Poi ci sono state le elezioni politiche 2013, alle quali ho dato il mio contributo quale delegato di lista per la Regione Puglia, e le elezioni amministrative 2014 a Bari che hanno visto eleggere 7 portavoce dopo tre anni di incessante fiato sul collo dell’amministrazione barese lottando sul sistema dei trasporti, della raccolta differenziata, sugli sprechi della pubblica amministrazione e sulla necessità di non lasciare indietro la voce di nessuno.

Oggi sto dando il mio contributo alla realizzazione del programma elettorale del M5S per la Puglia senza dimenticare mai le attività, come quelle fatte durante l’estate: #notriv, “Giù le mani dal nostro mare” per impedire le trivellazioni e la ricerca di petrolio nel mare Adriatico e nel Golfo di Taranto; #notap, la marcia di 8 km da San Foca a Melendugno per impedire la realizzazione del gasdotto TAP; #garganoresisti, sostegno alle popolazioni colpite dall’alluvione di settembre nel nord della Puglia; e, per superare il pensiero fossile a favore di quello rinnovabile, dopo la manifestazione avvenuta contemporaneamente in 8 Regioni il 9 novembre a Taranto contro lo Sblocca Italia, ho partecipato ad una delegazione di cittadini italiani a Bruxelles per coinvolgere l’Europa verso una politica che impedisca la distruzione della nostra Terra con politiche energetiche obsolete che arricchiscono soltanto poche multinazionali del petrolio.

Mi ritengo un cittadino con l’elmetto e reputo un insulto termini quale leader. Ognuno vale uno e ciascuno è responsabile di se stesso e verso la società e le decisioni pubbliche devono essere prese tutte a maggioranza, sia a livello locale che nazionale, il cittadino si fa Stato. Parole guerriere come comunità, onestà, partecipazione, solidarietà e sostenibilità, a cavallo tra il 2010 e il 2011, mi hanno portato a quella cittadinanza attiva dove oggi mi porta ad affermare che se non ti occupi di politica, la politica si occupa comunque di te. Inizialmente ci chiamavano “grillini”, mentre adesso conosciamo il nostro potere, abbiamo capito che un popolo informato non lo batte nessuno. Siamo in guerra e il nostro strumento è la Rete. Siamo il popolo del web e la nostra vita è un tempo al gerundio. Stiamo Vivendo una riVoluzione dove la libertà si chiama partecipazione.

Io ci sono e ci sarò, comunque vada, in alto i cuori, sempre e per sempre!
Ci vediamo in Regione, dentro o fuori, sarà un piacere.


lunedì 24 novembre 2014

Visita al Parlamento Europeo a Bruxelles, matirendiconto?!?!?!?

Dopo un’estate di manifestazioni contro le trivellazioni petrolifere nei nostri mari e la grande mobilitazione del 9 novembre contemporaneamente in 8 Regioni italiane contro il decreto Sblocca Italia, insieme ad una delegazione di 52 cittadini pugliesi, il 18 e 19 novembre mi sono recato al Parlamento Europeo a Bruxelles per discutere di tematiche ambientali quali il consumo del territorio e il fabbisogno energetico da fonti rinnovabili.

DON’T FOSSILIZE YOURSELF (Clicca QUI per il video) è il nome della conferenza che si è posta l’obiettivo di uscire dal pensiero fossile che interessa soltanto poche lobbies del petrolio per anelare, partendo dall’Europa, ad un modello energetico alternativo e funzionale. In altre parole, uscire dal ricatto dei fossili per entrare in un futuro rinnovabile. 
Per l’opportunità di tale visita al Parlamento Europeo devo sinceramente ringraziare la portavoce all’europarlamento Rosa D’amato che nel suo intervento a Bruxelles ha spiegato i “145 kmq di trivelle selvagge e il piano Renzi per bucare l’Italia e il suo mare.

[Bonifico di restituzione eccedenze del rimborso forfetario]
Nel merito, oltre alle visite guidate, ciascun europarlamentare ha la possibilità di invitare personalmente un numero complessivo di 110 cittadini all’anno con un rimborso da parte del PE calcolato dal biglietto aereo, più uno forfetario di 150 euro per vitto e trasporti pubblici.
Di tali rimborsi forfetari, ho oggi restituito, a mezzo bonifico bancario in un conto belga messo a disposizione da una collaboratrice di Rosa D’amato,  € 70,00 (più € 3,95 di commissioni) di eccedenza non spesa.

Poiché ad eccezione del biglietto aereo, il restante rimborso è stato calcolato forfetariamente, per coerenza e fede agli ideali del MoVimento 5 Stelle ho deciso di restituire la parte eccedente. Credo che sia la legalità, che l’onesta non si debba predicare ma si debba praticare. Non è mia intenzione fare né beneficienza, né attivismo con i soldi comunitari. Non è mio denaro ma di ciascun singolo cittadino dei 28 Stati membri.  

Lotta agli sprechi in Europa. Se calcolassimo il numero totale degli europarlamentari (751) per tutti i cittadini che ciascuno può ospitare in un anno (110) per il calcolo forfetario del rimborso (€150) si ottiene questa potenziale voce di spesa ogni anno: € 12.391.500.

Di ritorno sono infatti due le iniziative che il M5S in Europa si impegnerà a portare avanti:
1)      Mozione per chiudere il Parlamento a Strasburgo;
2)      Rimborsi soltanto per spese effettuate e fatturate anche per le visite.

Facciamo trasparenza, facciamo sentire la vostra voce e diamola ai nostri portavoce al Parlamento Europeo affinché l’attuale pratica non sia più una routine.

Non fossilizziamoci!


venerdì 14 novembre 2014

Bari, tra biciclette rimosse e mobilità insostenibile


Pochi giorni fa, nel quartiere San Girolamo di Bari, c’è stata la commemorazione di un ciclista investito un anno fa da un pirata della strada dove ha presenziato anche il Sindaco Antonio Decaro. A detta dei presenti è stata soltanto “una bella passerella” che non ha portato a niente, neppure ad un rallentatore di velocità: “Decaro – ha dichiarato un residente – si fa promotore della mobilità sostenibile, ma a Bari le piste ciclabili, tranne ad annunci, non ci sono.” 

La “beffa” è che il giorno dopo, senza neanche un avviso, nei quartieri Madonnella e 
Barivecchia, precisamente in Via Tanzi e in Via Venezia è stato fatto rispettare il codice della strada comma 1, lettera H, dell'art. 158 che indica il divieto di fermata e di sosta dei veicoli sui marciapiedi, salvo diversa segnalazione. Di fatto, sono state tagliate le catene e sequestrate tutte le bici posteggiate.

Dunque, a Bari si vuole far rispettare le norme sulla mobilità incominciando proprio dalle biciclette? Di conseguenza ci chiediamo chi si occuperà della gestione delle biciclette che non verranno reclamate e a chi verranno affidate perché non si vuole affatto pensare che possano essere donate ad associazioni molto vicine al primo cittadino senza alcuna possibilità che possano partecipare anche altre ciclofficine.

Un’amministrazione 5 Stelle immediatamente avrebbe realizzato nuove rastrelliere per permettere ai cittadini di parcheggiare con sicurezza le proprie biciclette. Infatti, è stato anche di recente approvato un emendamento del Movimento 5 Stelle – a prima firma Cristian Iannuzzi – al disegno di legge delega di riforma del Codice della strada che prevede il “posteggio delle biciclette in aree riservate ai pedoni ove questa misura non rechi intralcio o pericolo" per "favorire la coesistenza di diversi tipi di utenza vulnerabile negli spazi comuni". 

Certamente nulla contro la Legge perché è vietato sostare sui marciapiedi però a Bari sono tantissime le violazioni non sempre sanzionate, quali, per esempio, l’utilizzo del telefonino alla guida, il passaggio col rosso, il rispetto dei limiti di velocità che sembrerebbero ormai non più illegali neppure in presenza dei vigili. Non riusciamo a comprendere le cause di tale possibile disparità di trattamento tra le vetture e le biciclette perché i nostri amministratori, quando vogliono, le Leggi le fanno rispettare con rigore, come è stato per gli scooter elettrici modificati spariti in mezza giornata.

La Legge è uguale per tutti. Ricordiamo, inoltre, al Sindaco Decaro che è previsto dal Codice della strada l’obbligo di costruire percorsi ciclabili in corrispondenza delle nuove strade. Ma se andiamo a vedere nel quartiere Sant’Anna di Bari, nonostante le strade siano tutte completamente nuove c’è soltanto una pista ciclabile. Ce ne freghiamo perché non ci sono le sanzioni? Eppure nel 2012 Decaro dichiarava sontuosamente a ilfattoquotidiano.it:Perché da noi funziona così: se non ci sono delle sanzioni nessuno se ne frega nulla. Negli ultimi 30 anni l’applicazione di quella norma è stata pressoché nulla. Adesso in Puglia cambieremo le cose facendo leva sull’arma più potente che abbiamo a disposizione: i soldi.

Infine, sarebbe interessante conoscere, in base all’articolo 208 del decreto legislativo 30 Aprile 1992, n. 285, le entrate a Bari derivanti dalle sanzioni amministrative per la violazione del Codice della Strada per eccesso di velocità perché una quota pari al 50% dei proventi spettanti agli enti deve essere destinata al miglioramento della sicurezza stradale.

giovedì 14 agosto 2014

Introna e le trivellazioni, giù le mani dal nostro mare!


Gli attivisti pugliesi del MoVimento 5 Stelle hanno manifestato ieri mattina sulla spiaggia di San Pietro Vernotico per affermare l'inutilità delle trivellazioni petrolifere nei nostri mari. Un evento bellissimo che ha visto formarsi una lunghissima catena umana alla quale hanno partecipato anche i portavoce alla Camera e al Senato 5S Diego De Lorenzis e Barbara Lezzi.

Contestualmente a tale iniziativa, Onofrio Introna, presidente del consiglio regionale pugliese, inviava una nota stampa (oscurando di fatto l’iniziativa 5S in corso la mattina ndr.) con delle proprie dichiarazioni di soddisfazione in riferimento al fatto che la battaglia contro gli idrocarburi e contro le trivellazioni petrolifere nei mari sia approdata in Parlamento grazie ad un’iniziativa del piddino Dario Ginefra.

Precisamente due sono state le risoluzioni approvate, una del Movimento 5 Stelle, a prima firma Claudia Mannino, e l’altra del Governo dove sono confluiti parecchi temi proposti dal M5S; nei fatti, ha precisato Carlo Sibilia, il PD ha solo condiviso molti dei punti salienti della risoluzione pentastellata ed ecco che, grazie al M5S sono state approvate due risoluzioni, da trasformare in Legge, che impegnano il Governo con un aumento delle royalties in favore dello Stato, sicurezza nei trasporti marittimi, analisi epidemiologiche per tutelare la salute dei cittadini. (Clicca qui per leggere tutta la risoluzione M5S)

Il passaggio che molti mass media hanno omesso di riportare sono state le dichiarazioni in riferimento alle autorizzazioni già concesse. A tal proposito Introna è stato chiarissimo: “Il permesso andrebbe certamente condizionato alla presentazione da parte della società concessionarie di un progetto relativo alla messa in sicurezza di mare, coste, pesca ed economia turistica da qualsiasi sversamento, inquinamento o incidente.” A tali dichiarazioni la vecchia politica ci ha abituati. Infatti permetterebbe ad un’azienda di estrarre petrolio dai nostri mari a patto che il Governo nazionale riesca a dimostrarne un interesse strategico. “Non è poi questione di royalties – continua il presidente pugliese –, 4 per cento, 10 o anche 50 per cento, semmai la domanda è un’altra. Se c’è questa convenienza ad estrarre petrolio dai mari che sostiene il Governo Renzi, perché accedere a richieste di aziende internazionali? Se nei fondali del basso Adriatico e dello Ionio c’è una fortuna nascosta, che venga sfruttata nell’interesse esclusivo dell’Italia. Si facciano avanti società tricolori e teniamolo tutto per noi questo tesoro, perché arricchire società straniere. Tutti i profitti sono dalla parte loro e tutti i rischi a carico del territorio?
Ecco quale sarebbe il vero pensiero di Introna, se bisogna trivellare che siano le “società tricolori” a farsi avanti e non importa il fatto che la Puglia produca l’80% del proprio fabbisogno energetico da fonti rinnovabili e non viene utilizzato. A tale classe politica rispondiamo che il nostro petrolio sono il mare, il sole, il vento, il turismo. E ci batteremo per difenderli.
In alto i cuori,
Loro non si arrenderanno mai (ma gli conviene?). Noi neppure.
Gli attivisti dei meetup pugliesi


martedì 12 agosto 2014

Parentopoli postale. Posti di lavoro a pagamento alle Poste italiane

Crisi e lavoro. Si chiama Progetto Svincolo: 30 mila euro per un impiego.
Quanto costa un posto di lavoro? Alle Poste almeno 30 mila euro o anche di più.
Un prezzario ufficiale ovviamente non c’è, anche perché da un punto di vista formale e legale il mercato dei posti è vietato. Ma, secondo fonti interne all’azienda (che hanno chiesto di rimanere anonime), la compravendita è una realtà e il costo varia da caso a caso.
Funziona così: un dipendente prossimo alla pensione comunica la propria intenzione di andarsene prima del previsto e rinuncia all’«esodo incentivato». Al suo posto viene assunta una persona da lui segnalata, in genere uno di famiglia: figlio, nipote, cugino, anche se la parentela da qualche tempo non è più strettamente necessaria.
Il prescelto può essere anche un amico, un semplice conoscente, perfino un questuante. Insomma, uno disposto a mettersi le mani in tasca pur di avere un lavoro.

Un giro di soldi tollerato da tutti
Quando lo scambio avviene tra parenti stretti si presume che i quattrini non circolino e in ballo ci sia solo l’interesse familiare condito dai sentimenti, l’affetto, la premura, la riconoscenza. Però quando il subentrante non è di famiglia, ma un estraneo, è legittimo presumere che in cambio del posto ottenuto il beneficiato paghi come minimo l’equivalente degli incentivi a cui il dimissionario ha volontariamente rinunciato (spesso decine di migliaia di euro). Con in più, probabilmente, un sovrapprezzo.
E così il gioco è fatto e i soldi passano da una tasca all’altra. L’importo? Dipende da caso a caso, appunto.
Chiariamo subito: ancorché il mercato del posto per sua natura si sviluppi in un’area grigia, da un punto di vista formale è tutto perfettamente in regola, e la faccenda è in qualche modo tollerata anche dal vertice aziendale, guidato ormai da quasi nove anni da Massimo Sarmi.
Ma soprattutto la pratica è benedetta dai diretti interessati, cioè i dipendenti in uscita e quelli in entrata. E piace anche ai sindacati, che non l’hanno minimamente contrastata, anzi, l’hanno favorita (la Cisl in particolare), anche se con estrema discrezione, facendo però arrivare il messaggio chiaro e tondo ai dipendenti.

Conviene all’azienda, ai dipendenti e al sindacato
Insomma, tutti hanno un loro tornaconto. Al sistema hanno anche dato un nome, anzi due, perché all’inizio, quando fu escogitato, si chiamava Progetto Mix, mentre ora in azienda è conosciuto come Progetto Svincolo. La differenza è che all’inizio lo scambio di posto valeva solo per i parenti stretti, poi via via i criteri sono stati allargati ed il metodo è stato esteso agli affini e infine pure ai conoscenti. I colloqui per le assunzioni con la qualifica di sportellista a contratto part-time al 50% (15 giorni al mese o sei mesi l’anno) si fanno dal lunedì al mercoledì a Roma, in viale Europa all’Eur, la sede centrale dell’azienda delle lettere. Le risposte vengono fornite dalle Poste entro 60 giorni e, secondo fonti interne, sono già state selezionate più di mille persone.
L’azienda è soddisfatta perché le conviene: saluta il dipendente anziano che ormai costa tanto in termini di stipendio e contributi, risparmia sugli incentivi e al suo posto prende una forza lavoro fresca, ad un costo decisamente più basso.
Infine anche i sindacati hanno il loro pro: la Cisl soprattutto, l’organizzazione che all’interno delle Poste conta addirittura più di quanto contasse (ed era già tantissimo) ai tempi della Prima Repubblica.
Un postino su due ha in tasca la tessera del sindacato di Raffaele Bonanni che con il Progetto Svincolo centra l’obiettivo perseguito da qualsiasi organizzazione: perpetuare senza troppi sforzi, quasi automaticamente di generazione in generazione, il suo potere e la sua influenza per via dinastica o comunque attraverso una filiera di amicizie e conoscenze.

Chi ci rimette? Soprattutto i precari
Tutto bene dunque? Mica tanto. Prima di tutto perché con il Progetto Svincolo un’azienda pubblica (controllata al 100% dal ministero dell’Economia) inserisce nella scelta dei dipendenti il criterio della parentela e delle conoscenze, in barba al principio che il sangue e le simpatie non possono essere condizioni discriminanti né in senso favorevole né in senso contrario. E quindi inevitabilmente a discapito di professionalità, merito, studi, preparazione.
Inoltre, tra tanti che ci guadagnano e sono contenti, c’è anche chi ci rimette. I precari, per esempio, quelli che il gergo postale chiama i «punto 2». Sono un migliaio e prima o poi un posto meno ballerino probabilmente glielo daranno, ma a questo punto corrono il rischio di averne uno peggiore di quello che avrebbero potuto avere se non ci fosse stato il Progetto Svincolo. Gli assunti con il sistema dello scambio entrano infatti con la qualifica di sportellisti (livello C), mentre gli altri dovranno accontentarsi di ciò che resta, quasi sicuramente un lavoro da postini (livello D). (di Daniele Martini)

Fonte: infosannio


martedì 5 agosto 2014

E' già "teatro" al primo consiglio comunale di Bari


Stamattina si è tenuto a Bari il primissimo consiglio comunale avente per ordine del giorno i fondamentali argomenti d’iniziazione per qualsiasi amministrazione quali la convalida degli eletti, la costituzione dei Gruppi Consiliari, il giuramento del Sindaco di osservare lealmente la Costituzione Italiana e di impegnarsi ad operare nel rispetto dello Statuto cittadino, il prendere atto della nomina degli Assessori e l'elezione del Presidente del Consiglio Comunale, nonché del Vice Presidente.

Proprio su tali ultimi due punti si è dibattuto molto a Palazzo di Città. Un consiglio, a mio avviso, durato molto più del dovuto (oltre 3 ore ndr.) per colpa del desiderio di protagonismo di certi consiglieri delle opposizioni e di maggioranza. Di fatto, si sono venuti a creare delle inutili polemiche sia sull’elezione della Presidenza del Consiglio, che poi ha visto eleggere con una maggioranza schiacciante Pasquale Di Rella (Pd) con 34 voti su 37, che sulla richiesta delle opposizioni di proporre un’altra data per votare la nomina della vicepresidenza. Dopo un’interminabile ed inutile sessione di interventi “botta e risposta” tra maggioranza ed opposizione, al momento del voto della Vice Presidenza, 34 hanno votato scheda bianca non eleggendo nessuno. Quindi, tutto rimandato alla prossima seduta per creare le basi di un'eventuale nuovo inciucio per ricoprire tale carica di garanzia. Insomma il teatrino della vecchia politica si è già mostrato per quello che è, ma non credo del tutto perché i propri attori non sono ancora entrati nel vivo del proprio irrinunciabile politichese.

La voce del MoVimento 5 Stelle si è fatta sentire con i portavoce eletti Mangano e Colella e dei propri attivisti che in massa hanno partecipato a questa prima esperienza in Comune. Per quanto mi riguarda, dopo oltre 4 anni di fiato sul collo e fatica per le strade, non c’è più grande soddisfazione di avere un collegamento diretto nelle Istituzioni per applicare quella democrazia partecipata che abbiamo sempre professato e spiegato ai cittadini.


martedì 27 maggio 2014

GRAZIE A TUTTI


Voglio ringraziare i 13228 baresi che hanno capito che non è la persona ma sono le idee ad essere protagoniste. A Bari è stato capito talmente bene da far si che il Movimento 5 Stelle fosse la quarta lista più votata con il 7,54%, una cifra che non è stata costruita sul voto di scambio ma sul lavoro costante e continuo sul territorio e su un programma scritto esclusivamente da persone libere: http://www.m5sbari.it/index.php/ammini/il-programma

Adesso, semplici cittadini, perfetti sconosciuti alle procure, saranno all’interno del Comune di Bari, e tanti altri nei 5 Municipi. Essi saranno i nostri terminali della Rete per far sentire la voce della gente onesta affinché il bene comune torni ad essere la prerogativa indispensabile dell’agenda politica barese.

Nel M5S Bari ognuno è sempre valso 1 ma non nascondo la meraviglia che ho provato quando, nel leggere l’elenco dei voti dati a ciascun singolo portavoce, io sia risultato il 4° con 198 preferenze, pochissime per le logiche dei partiti, ma un'enormità per chi come me ha sempre e soltanto lavorato per gli altri senza l'idea di un riscontro personale: http://elezioni.bari.insielmercato.it/elezioni2014/comunali/Liste/000054_000365.html

Abbiamo già vinto e vi chiedo di continuare a portare alto insieme a me questo magnifico progetto politico che è il MoVimento 5 Stelle. Con determinazione e con forza, siamo entrati nella consapevolezza che un cittadino informato non lo frega più nessuno! Nessuno più deve restare indietro! Per troppo tempo abbiamo delegato e adesso, finalmente, partecipiamo!

La nostra battaglia continua... ed è solo l'inizio!

sabato 19 aprile 2014

La sentenza secondo Antonio Decaro


Il candidato piddino Antonio Decaro si sostituisce al gup del Tribunale di Bari Francesco Pellecchia e si assolve «con formula piena» da una sentenza che lo ha assolto «con la formula dubitativa» perché «non si può escludere che nel momento in cui ha inizio il colloquio l'imputato Decaro si sia allontanato, lasciando da soli i due interlocutori. Tale condotta - continua il giudice - potrebbe significare che Decaro non fosse a conoscenza delle ragioni dell'incontro o che, comunque, abbia preferito rimanere estraneo alla vicenda». Vicenda che, tuttavia, il giudice ritiene «significativa del notevole ed elevato livello di corruzione che affligge ed incancrenisce ampi settori della pubblica amministrazione, nonchè della riprovevole e diffusa prassi di inquinare l'esito delle procedure selettive pubbliche, mortificando sistematicamente tutti i criteri che devono ispirare l'azione dei pubblici poteri e presiedere allo svolgimento di tali procedure: l'imparzialità, la trasparenza ed il merito.»

Preciso che nel M5S non c'è alcun problema. Il candidato Sindaco è Sabino Mangano e con i nostri alleati, i baresi, dal 25 di maggio certi partiti saranno soltanto un lontano ricordo:

martedì 18 marzo 2014

Rossani, il futuro in mano ai giovani

[Area ripulita nell'ex caserma Rossani] 
La prima cosa che ho fatto è stata quella di spostare una bottiglia, poi ho incominciato a pulire, dopodiché, non mi sono più fermato.” A dirlo è un ragazzo di appena 16 anni che da 2 mesi dedica ogni fine settimana a ripulire un piccolo spazio verde all’interno dell’ex caserma Rossani. Ed ecco che, sulla scorta delle esperienze che ha già maturato, come il recupero di un rifugio in montagna in stato di abbandono, ha deciso di ricostruire un luogo d’incontro, ossia un centro ricreativo che spera di inaugurare il primo maggio dove promuovere anche attività teatrali e mostre artistiche.

Dopo aver ispezionato l’intera superficie e visionato altre strutture, – continua – mi sono innamorato di questo posto così originale da avere al proprio interno sia una parte coperta, che una scoperta.” Ci confida anche di considerarsi al pari di un occupante perché, anche se la notte non dorme nella Rossani, come gli altri, ha preso in cura un pezzo dell’area e fa la propria parte per rimetterla in ordine. Quando è assente, c’è sempre qualcuno che controlla ed è pronto ad aiutare, ma ancora più importante è riscoprire il senso di comunità e il lavoro insieme agli altri. Infatti, la prima attività è stata la pulizia generale del sito, ma l’idea è quella di ridare completamente vita al luogo rifacendo il pavimento in legno, dipingendo le pareti e curando il giardino con nuove piante con la premura di non modificare l’habitat naturale del parco.

Questo è l’esempio di una gioventù liberata, di una forma di volontariato che unisce tutti senza condizione, attiva a non consumare né il proprio tempo, né il proprio territorio, ma attento a produrre qualcosa che può essere condiviso e pronto a diventare un autentico bene comune.

giovedì 6 marzo 2014

Allarme mobilità a Bari, continuano gli incidenti che coinvolgono i ciclisti


Non c'è pace per i ciclisti baresi. A distanza di neanche un mese dall'ultimo incidente stradale che ha coinvolto una ragazza travolta da un'auto mentre percorreva in bici via Caldarola, ancora una volta, stamattina si è verificato, nei pressi del sottopassaggio di Sant'Antonio, lo stesso scenario dove a pagare le conseguenze è sempre il cittadino su 2 ruote.
Sembra lontanissimo il 2009, anno in cui l'attuale Sindaco di Bari Michele Emiliano prometteva nel proprio programma elettorale "il rafforzamento del sistema delle piste ciclabili."

mercoledì 26 febbraio 2014

Caserma Rossani, una storia di liberazione made in Bari


Dopo la fallita espulsione della settimana scorsa, sembrerebbe terminata la minaccia di allontanamento per tutti gli uomini e le donne che, in questo momento, stanno occupando l’ex caserma Rossani. Infatti, dopo l’improvviso sgombero da Villa Roth, sono stati in molti ad aver interrotto tutta una serie di attività incominciate da novembre 2011.

Alcuni credono che la tregua durerà semplicemente fino alla fine della campagna elettorale perché durante le elezioni, si sa, i politicanti sono tutti più buoni e, per raccattare voti, si fiondano, anche tutti insieme, nei luoghi più sensibili della città al fine di ottenere una certa visibilità.

Nonostante il Comune abbia subito avviato i lavori per mettere in sicurezza la parte pericolante dell'area, i ragazzi del Collettivo hanno spontaneamente incominciato a riqualificare il grande vuoto urbanistico tra Carrassi e San Pasquale e hanno ricreato lo spirito di condivisione e recupero messi in opera già nella struttura in via Quarto. In attesa dei servizi igienici, alcuni ragazzi ci hanno confermato che il Sindaco di Bari Michele Emiliano non avrebbe ancora trovato una soluzione abitativa per i cittadini che dormivano a Villa Roth. Nel frattempo sono riprese altre attività quali skate park, palestra sociale, ciclofficina, sala concerti e spazi culturali. Tutte iniziative che avvicinano persone di estrazione sociale totalmente diverse tra loro.

I bisogni e la volontà dei cittadini, sono più importanti degli interessi che ruotano attorno a quest'area e i ragazzi e le ragazze del Collettivo lo sanno bene. Prima del loro arrivo la Caserma Rossani era soltanto uno strumento di speculazione politica-elettorale, adesso è un luogo dove canalizzare i bisogni popolari. L’area dell’ex caserma Rossani è un bene comune, e come tale, va restituita immediatamente ai baresi.

giovedì 23 gennaio 2014

La carriera dell'attivista del MoVimento 5 Stelle

Il MoVimento 5 Stelle (M5S) è una forza politica nata “dal basso”, radicata sul territorio, e si articola “in rete”, cioè sul web quale sede e strumento della rivoluzione culturale in corso che ci sta portando dall’attuale forma sociale della delega in bianco a un partito, alla società della partecipazione dove ciascuno si occuperà di politica. Le qualità di internet sono la forza innovativa del M5S perché, grazie alla rete, è possibile il passaggio epocale da strutture piramidali, ossia gerarchiche, a organizzazioni “a stella” per formare l’intelligenza collettiva che è il risultato delle molteplici interconnessioni di cittadini collegati alla rete. Senza leader, ciascuno parla per sé.

Un’altra proprietà della rete è la fine delle intermediazioni, ciascun cittadino può accedere direttamente all’informazione e commentarla. In tal senso l’informazione diventa globale, accessibile a tutti, trasparente. Inoltre, la rete non si pone soltanto quale strumento che renderà obsoleti tutti i mass media tradizionali (radio, tv e giornali), ma condizionerà politicamente i rapporti sociali tra Stato e Cittadini, avvicinandoli fino al punto tale da farli coincidere. Per tale ragione, la rete assumerà un fondamentale fattore di aggregazione, di comunità, di socialità su obiettivi e interessi comuni, e la credibilità assumerà un valore assoluto laddove chi non ne avrà, riceverà dal mezzo un effetto contrario e negativo.

Per raggiungere la Società della Partecipazione, ci sono cittadini con l’elmetto che, muniti soltanto di conoscenza e di informazione, si sono uniti in gruppi di pressione politica per riprendersi un futuro reso precario da una classe politica incompetente. Tali cittadini non emigrano, ma cospirano: gli attivisti.

L’obiettivo degli attivisti non è banalmente quello di candidarsi per sostituire una classe politica con un’altra, ossia di sostituire semplicemente gli attori politici mantenendo i rapporti di forza e la dialettica del potere, ma di ricordare ogni giorno il motivo per il quale il M5S è stato fondato: la partecipazione. Con parole nuove, l’attivista non protesta soltanto contro i partiti, ma propone un modello alternativo al loro, non parla di elezioni e candidature, ma di idee e programmi rivolte al bene comune, non utilizza il web per sfogarsi o per polemizzare a prescindere, ma fa attività sul territorio e fiato sul collo alla propria amministrazione. L’attivista impersonifica il cambiamento che vuole vedere nell’altro.

Nella battaglia per la democrazia partecipata ci sono stati tanti attivisti italiani che hanno incominciato tale percorso dal 2006, nei primi meetup, quando ancora nessuno credeva al progetto politico del M5S. Ci sono stati coloro che hanno perso il lavoro, le amicizie, ma mai la dignità e l’onestà di chi, nelle parole Destra e Sinistra, ha continuamente letto inutili congetture, sigle che non aggiungono altro che anelli alle catene di un popolo che, prima dell’arrivo del M5S, non poteva far altro che sceglier tra il peggio e il meno peggio. I primi attivisti che hanno utilizzato lo strumento del M5S per entrare nei consigli comunali erano già oltre le ideologie, oltre le opposizioni, oltre le categorie, e poiché Oltre, sono sempre stati contro un Sistema corrotto.

Dalle prime liste civiche a oggi, chiunque sia stato eletto nel M5S è sempre stato un attivista e non più di un portavoce pro tempore, ossia un dipendente pubblico a tempo determinato (massimo 2 legislature), con un programma scritto e condiviso con i cittadini. L’attivista è colui/colei che non si modera davanti alle ingiustizie e, conclusa l’esperienza in Comune, alla Regione o al Parlamento, riprende il proprio lavoro e torna alla propria vita attiva.

Mentre i partigiani hanno dato la vita per conquistare la libertà e il diritto al voto, gli attivisti del M5S lottano per dare un senso alle parole libertà e partecipazione. Ognuno vale uno è il motto degli attivisti, ma solo se partecipano, altrimenti valgono zero. Di fatto, la partecipazione, a differenza del voto, non è un diritto, essa è una condizione nella quale ciascun cittadino si deve sentire immolato e responsabile per il prossimo. In tali termini la democrazia non serve a niente se non c’è partecipazione. Dunque, la carriera di un attivista del M5S è la non-carriera di un volontario, ossia di un cittadino attivo, cioè la condizione vita di chi si informa e sa informare.

venerdì 3 gennaio 2014

Bari, il ponte pedonale in via Imperatore Traiano: 300 mila euro per ristrutturarlo

Dopo una prima chiusura ad aprile 2013, il ponte pedonale che collega via Imperatore Traiano con via Messapia, che già tre anni fa fu interessato da un’operazione di consolidamento statico, a dicembre è stato nuovamente transennato a causa di un ennesimo crollo di alcuni calcinacci.

Le prime dichiarazioni dell’assessore di Bari ai Lavori Pubblici e Sicurezza dei cantieri Marco Lacarra sono state impostate nel cercare di capire quali interventi si sarebbero potuti eseguire, ma ha anche ribadito il fatto che per rifare quel ponte servono tanti soldi e per noi non è semplice trovare le risorse necessarie, valuteremo se possiamo fare un intervento provvisorio di consolidamento statico, ma anche in questo caso non si tratta di una operazione semplice.
Il 21 dicembre, dopo l’intervento di Rete ferrovie italiane (Rfi) che in due giorni ha portato tutto alla normalità, i quartieri Madonnella e Japigia sono tornati a essere collegati ma l’assessore regionale Antonio  Decaro ha spiegato che per ristrutturare il ponte è necessario spendere una cifra vicina ai 300 mila euro, al momento non nella disponibilità delle casse comunali.

Infatti, nel programma triennale delle opere pubbliche 2013/2015 dell’amministrazione comunale di Bari si legge proprio che, nel 2014, per la manutenzione straordinaria della passerella pedonale in via Imperatore Traiano occorrerebbe spendere una cifra di 300 mila euro. A tal proposito, sarebbe interessante conoscere come vengano fatti i conti e come vengano eseguiti i lavori dal Comune perché è difficile credere al fatto che soltanto dopo 3 anni dall'ultima ristrutturazione il ponte sia già stato oggetto d'intervento per ben 2 volte nell'ultimo anno.