Gli attivisti
pugliesi del MoVimento 5 Stelle hanno manifestato ieri mattina sulla spiaggia
di San Pietro Vernotico per affermare l'inutilità delle trivellazioni petrolifere nei nostri mari. Un evento bellissimo che ha visto formarsi una lunghissima catena umana alla quale hanno partecipato anche i
portavoce alla Camera e al Senato 5S Diego De Lorenzis e Barbara Lezzi.
Contestualmente a
tale iniziativa, Onofrio Introna, presidente del consiglio regionale pugliese, inviava
una nota stampa (oscurando di fatto l’iniziativa 5S in corso la mattina ndr.) con
delle proprie dichiarazioni di soddisfazione in riferimento al fatto che la
battaglia contro gli idrocarburi e contro le trivellazioni petrolifere nei mari sia approdata
in Parlamento grazie ad un’iniziativa del piddino Dario Ginefra.
Precisamente due sono
state le risoluzioni approvate, una del Movimento 5 Stelle, a prima firma Claudia
Mannino, e l’altra del Governo dove sono confluiti parecchi
temi proposti dal M5S; nei fatti, ha precisato Carlo Sibilia, il PD ha solo condiviso molti dei punti salienti della risoluzione pentastellata ed
ecco che, grazie al M5S sono state approvate due risoluzioni, da trasformare in Legge, che impegnano il Governo con un
aumento delle royalties in favore dello Stato, sicurezza nei trasporti
marittimi, analisi epidemiologiche per tutelare la salute dei cittadini. (Clicca qui per leggere tutta la risoluzione M5S)
Il passaggio che molti mass media hanno
omesso di riportare sono state le dichiarazioni in riferimento alle
autorizzazioni già concesse. A tal proposito Introna è stato chiarissimo: “Il permesso andrebbe certamente condizionato
alla presentazione da parte della società concessionarie di un progetto
relativo alla messa in sicurezza di mare, coste, pesca ed economia turistica da
qualsiasi sversamento, inquinamento o incidente.” A tali dichiarazioni la vecchia politica ci ha abituati. Infatti permetterebbe ad un’azienda di
estrarre petrolio dai nostri mari a patto che il Governo nazionale riesca a
dimostrarne un interesse strategico. “Non
è poi questione di royalties – continua il presidente pugliese –, 4 per cento, 10 o anche 50 per cento, semmai la domanda è un’altra.
Se c’è questa convenienza ad estrarre petrolio dai mari che sostiene il Governo
Renzi, perché accedere a richieste di aziende internazionali? Se nei fondali
del basso Adriatico e dello Ionio c’è una fortuna nascosta, che venga sfruttata
nell’interesse esclusivo dell’Italia. Si facciano avanti società tricolori e
teniamolo tutto per noi questo tesoro, perché arricchire società straniere.
Tutti i profitti sono dalla parte loro e tutti i rischi a carico del
territorio?”
Ecco quale sarebbe il vero pensiero di
Introna, se bisogna trivellare che siano le “società tricolori” a farsi avanti e non
importa il fatto che la Puglia produca l’80% del proprio fabbisogno energetico da fonti rinnovabili e non viene utilizzato. A tale classe politica rispondiamo che il nostro petrolio sono il mare, il sole, il vento, il turismo. E ci batteremo per difenderli.
In alto i cuori,