venerdì 14 novembre 2014

Bari, tra biciclette rimosse e mobilità insostenibile


Pochi giorni fa, nel quartiere San Girolamo di Bari, c’è stata la commemorazione di un ciclista investito un anno fa da un pirata della strada dove ha presenziato anche il Sindaco Antonio Decaro. A detta dei presenti è stata soltanto “una bella passerella” che non ha portato a niente, neppure ad un rallentatore di velocità: “Decaro – ha dichiarato un residente – si fa promotore della mobilità sostenibile, ma a Bari le piste ciclabili, tranne ad annunci, non ci sono.” 

La “beffa” è che il giorno dopo, senza neanche un avviso, nei quartieri Madonnella e 
Barivecchia, precisamente in Via Tanzi e in Via Venezia è stato fatto rispettare il codice della strada comma 1, lettera H, dell'art. 158 che indica il divieto di fermata e di sosta dei veicoli sui marciapiedi, salvo diversa segnalazione. Di fatto, sono state tagliate le catene e sequestrate tutte le bici posteggiate.

Dunque, a Bari si vuole far rispettare le norme sulla mobilità incominciando proprio dalle biciclette? Di conseguenza ci chiediamo chi si occuperà della gestione delle biciclette che non verranno reclamate e a chi verranno affidate perché non si vuole affatto pensare che possano essere donate ad associazioni molto vicine al primo cittadino senza alcuna possibilità che possano partecipare anche altre ciclofficine.

Un’amministrazione 5 Stelle immediatamente avrebbe realizzato nuove rastrelliere per permettere ai cittadini di parcheggiare con sicurezza le proprie biciclette. Infatti, è stato anche di recente approvato un emendamento del Movimento 5 Stelle – a prima firma Cristian Iannuzzi – al disegno di legge delega di riforma del Codice della strada che prevede il “posteggio delle biciclette in aree riservate ai pedoni ove questa misura non rechi intralcio o pericolo" per "favorire la coesistenza di diversi tipi di utenza vulnerabile negli spazi comuni". 

Certamente nulla contro la Legge perché è vietato sostare sui marciapiedi però a Bari sono tantissime le violazioni non sempre sanzionate, quali, per esempio, l’utilizzo del telefonino alla guida, il passaggio col rosso, il rispetto dei limiti di velocità che sembrerebbero ormai non più illegali neppure in presenza dei vigili. Non riusciamo a comprendere le cause di tale possibile disparità di trattamento tra le vetture e le biciclette perché i nostri amministratori, quando vogliono, le Leggi le fanno rispettare con rigore, come è stato per gli scooter elettrici modificati spariti in mezza giornata.

La Legge è uguale per tutti. Ricordiamo, inoltre, al Sindaco Decaro che è previsto dal Codice della strada l’obbligo di costruire percorsi ciclabili in corrispondenza delle nuove strade. Ma se andiamo a vedere nel quartiere Sant’Anna di Bari, nonostante le strade siano tutte completamente nuove c’è soltanto una pista ciclabile. Ce ne freghiamo perché non ci sono le sanzioni? Eppure nel 2012 Decaro dichiarava sontuosamente a ilfattoquotidiano.it:Perché da noi funziona così: se non ci sono delle sanzioni nessuno se ne frega nulla. Negli ultimi 30 anni l’applicazione di quella norma è stata pressoché nulla. Adesso in Puglia cambieremo le cose facendo leva sull’arma più potente che abbiamo a disposizione: i soldi.

Infine, sarebbe interessante conoscere, in base all’articolo 208 del decreto legislativo 30 Aprile 1992, n. 285, le entrate a Bari derivanti dalle sanzioni amministrative per la violazione del Codice della Strada per eccesso di velocità perché una quota pari al 50% dei proventi spettanti agli enti deve essere destinata al miglioramento della sicurezza stradale.

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