domenica 28 aprile 2013

Matrimonio all'italiana

Nunzia De Girolamo PDelle, moglie di Francesco Boccia PDmenoelle, è Ministro dell’Agricoltura della Repubblica italiana.




Una vergognosa pagina politica si è consumata ieri. L'attuale Presidente del Consiglio Enrico Letta ha nominato Ministro dell'Agricoltura della Repubblica italiana la pidiellina Nunzia De Girolamo. La riteniamo una scelta che dimostra quello che ripetiamo da sempre, cioè che Destra e Sinistra sono solo congetture, due facce della stessa medaglia. Ma l'annunciato matrimonio politico PD+PDL oggi si è consumato pubblicamente.

La scelta dei Ministri non è casuale. E’ la tipica operazione che la classe politica made in Italy è solita fare per consolidare il proprio potere, ossia quella di posizionare persone fedeli negli organi di controllo. Guarda caso, il marito della De Girolamo si chiama Francesco Boccia (PD), un politico di professione che, dal 2005, è l'eterno secondo di Nichi Vendola.

Ma nonostante il tentativo di bloccare il MoVimento 5 Stelle in Parlamento, non riconoscendogli i suoi diritti di presiedere le commissioni del Copasir e della Vigilanza RAI, continueremo ad informare ed a mantenere il fiato sul collo dei Partiti.

Italia, l’allegria sta arrivando.

mercoledì 24 aprile 2013

Il Presidente dei Partiti: Giorgio Napolitano II


Il boicottaggio del PD, Piero Fassino: "La marchiatura di Grillo ha dato un significato molto antipolitico alla candidatura di Stefano Rodotà."



Con 738 voti Giorgio Napolitano è stato eletto per la seconda volta Presidente della Repubblica italiana.

Di fatto, il Napolitano-bis è la foglia di fico che permetterà alle attuali forze politiche di governare il nostro paese sino a quando si sarà completamente esaurito l'inciucio tra il PDelle e il PDmenoelle e potranno ricominciare a far finta di farsi opposizione e a dividersi i posti di comando. 


NOI SAPPIAMO. I partiti sono morti senza che lo abbiano ancora capito, zombi alla ricerca di nuovi elettori da divorare. Eppure tra i “formattatori” a Destra ed i “rottamatori” a Sinistra, per la prima volta nella storia della Repubblica italiana, non si sono resi conto che il nuovo che avanza si sarebbe chiamato Stefano Rodotà, un garante scelto da liberi cittadini in Rete.

Invece no, Giorgio Napolitano deve continuare ad essere il parafulmine dell’attuale classe dirigente, la stessa che lancia le proprie soluzioni per uscire da una crisi che ha prepotentemente concorso a creare.

Sarebbe andato tutto liscio se non ci fosse stato lo scoop giornalistico di Piero Ricca il quale, fingendosi un militante del PD, è riuscito a convincere il mantenuto dalla politica Piero Fassino a dichiarare: “La marchiatura di Grillo ha dato un significato molto antipolitico alla candidatura di Stefano Rodotà. Napolitano non starà mica lì sette anni. Il tempo di fare un governo, perché ormai la gente ci tira le pietre. Napolitano ci dà il tempo di ricostruire il Pd. Poi magari si creeranno le condizioni per fare Rodotà presidente.” 

La Rete non si piega, non mente e non dimentica. La verità è che Stefano Rodotà non era votabile per il semplice fatto che lo ha proposto il MoVimento 5 Stelle, una forza politica che ha come principale obiettivo quello di rovesciare la piramide dei poteri forti e di dar voce al popolo per un'autentica democrazia partecipata.

Coerentemente con quel che dichiariamo sempre, gli attivisti del MoVimento 5 Stelle Bari hanno contribuito alla campagna #rodotàperchéno e sabato 20 e domenica 21 aprile hanno solidarizzato con Stefano Rodotà per portare all'attenzione di tutti le urla della Rete, ossia la voce di centinaia di uomini e donne indignate nei confronti dell'attuale classe dirigente italiana.

Loro non si arrenderanno mai (ma gli conviene?). Noi neppure!